Proteggiamoci dal Covid19 e dagli esiti psicologici negativi del distanziamento sociale


distanziamento sociale

Distanziamento sociale

L’emergenza sanitaria Covid 19 in corso da diversi mesi ci ha portato ad evidenziare alcune riflessioni utili alla popolazione e agli adulti che in particolare lavorano con soggetti minori e fasce più deboli.

Il nostro interesse è di:
  • Fornire consigli utili (attuabili da adulti di riferimento ed insegnanti nei vari gradi scolastici) alla prevenzione di possibili esiti psicologici che alcune condotte imposte dalle normative di comportamento possono evidenziarsi nei soggetti minori;
  • Portare l’attenzione al «dramma del distanziamento sociale» e ai possibili effetti delle imposte restrizioni affettive e scambi relazionali tra le persone;
  • Evidenziare i possibili esiti post-traumatici covid correlati prevenirli e curarli.

COVID NORME DI COMPORTAMENTO DA CONTINUARE AD ATTUARE

Il Distanziamento sociale : Necessario ma faticoso e deprivante

Il genere umano è sopravvissuto solo cooperando nella storia e la vicinanza fisica, affettiva ed emotiva è da sempre stata una grande risorsa (coinvolgimento sociale) di sopravvivenza.

Questa pandemia ci ha obbligato a rimanere distanti e a guardare gli altri come possibili «veicoli di contagio», costringendo tutti a inventare nuovi modi per calmarsi.

Il nostro cervello però non si è ancora adattato a questa imposizione e gli esseri umani ne soffrono sul piano affettivo, indipendentemente dall’età, alcuni inconsapevolmente.
  • Il contatto umano tra umani con le risorse affettive del tocco, dell’abbraccio, del bacio e della carezza ha sempre confortato e calmato, disattivando il circuito amigdala – corteccia prefrontale che per contro è responsabile della paura.
  • in un clima di paura di ammalarsi, morire e contagiare le persone a noi care abbiamo dovuto rinunciare a tutto ciò, obbligandoci a stare distanti- non vicini e in contatto.

Come sopperire al limite del distanziamento? Consigli pratici per tutte le età

Con i bambini da 0 a 3 anni: i bambini di questa età presumibilmente sono nel mondo alla presenza di persone “Mascherate” che, se non sono familiari, non possono interagire da vicino con loro.

Che fare?

Puntare tutto sullo sguardo e il tono di voce rassicurante aiutare a calmarsi e insegnare l’auto-tocco come conforto e il respiro come autoregolazione.
Aiutarli ad utilizzare il corpo per favorire il movimento, il radicamento nel mondo e l’orientamento come risorse corporee esperite di autoregolazione. La voce e la musica possono diventare strumenti educativi e rassicuranti importanti.

Con i bambini 3 – 6 anni valgono le stesse condotte individuate per le età precedenti
Utilizzare il corpo per favorire il movimento, il radicamento nel mondo e l’orientamento come risorse corporee esperite di autoregolazione.

La voce e la musica possono diventare strumenti educativi e rassicuranti importanti. A questa età il disegno si fa creativo e si arricchisce di stili e colori diversi. Aiutarli a mettere in parole il significato di quanto raffigurato.

Con i bambini 6- 10 anni
Insegniamo ai bambini la risorsa della scrittura per comunicare i sentimenti, anche a distanza.

Con i pre- adolescenti ed adolescenti:
Aiutiamoli a non isolarsi davanti al computer, tablet e telefonino e aiutiamoli ad esprimere la rabbia e la paura per il futuro.
Siamo di esempio nel rispetto delle norme di protezione e aiutiamoli a diventare degli «influencer» per i loro coetanei.
Il gruppo dei pari se guidato da un leader responsabile può essere di aiuto.

Con i giovani adulti:
Aiutiamoli a coltivare interessi diversi e incoraggiamoli, rinforzando la fiducia che attiva la speranza in un futuro migliore
Rinforziamo la cooperazione rispetto alle strategie di coping funzionali

Impariamo ad essere adulti resilienti per noi vale tutto quanto detto per loro.

Se sei un adulto molto spaventato ed arrabbiato chiedi aiuto perché il tuo sentire è legittimo ma rischia di peggiorare la situazione di chi vive accanto a te.

Se hai subito una perdita traumatica: familiare, partner, o amico, collega a te vicino, chiedi aiuto per elaborare il lutto traumatico prima che si trasformi in un lutto complicato (se possibile non lasciare passare più di un mese per un consulto psicologico).

Gli anziani, sono la categoria che più ha sofferto perché a loro la vicinanza è stata negata maggiormente per proteggerli dagli esiti potenzialmente letali di un contagio.

Per loro il rischio è di peggiorare lo stato dell’umore essendo una categoria fragile va protetta e pensata. Molto utile sarebbe attivare cooperazione e potenziare gli interventi di ascolto anche a distanza da parte dei familiari.

Dott.ssa Lucia Chiarioni

Dott.sa Lucia Chiarioni
Lucia Chiarioni
Psicologa-Psicoterapeuta- Psicotraumatologa- Emdr Practitioner e specializzata in Neuro e Biofeedback Linerare- Psicologa dello Sport.

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