
E’ un periodo in cui ti senti giù di morale? L’umore sta tendenzialmente sotto i tuoi piedi? In questo articolo ti suggeriamo 3 semplici passi per cominciare, a piccoli passi, a liberartene.
Alzi la mano chi non ha mai detto nella propria vita “come sono depresso/a!“. Sicuramente nessuno alzerebbe quella mano…
Nella comunicazione quotidiana spesso ci troviamo ad usare termini “a sproposito” o per enfatizzare il senso di ciò che stiamo dicendo o perché non ne conosciamo il vero significato.
Conoscere la differenza tra tristezza e depressione è però molto importante, soprattutto per te: la tristezza è un’emozione, la depressione è un disturbo dell’umore.
La tristezza fa parte delle cosiddette emozioni di base, ovvero quelle emozioni universali che fanno parte del nostro “cassettino degli attrezzi” e che si presentano come reazioni istintive a ciò che ci sta succedendo.
Questa emozione, in particolare, si presenta in risposta a una mancanza o alla perdita di qualcosa, di qualcuno, di una condizione o una situazione.
Si tratta quindi di un’emozione importantissima per la nostra esistenza e sopravvivenza, in quanto ci permette di segnalare agli altri (oltre che a noi stessi) il bisogno di vicinanza e accudimento.
Il problema si presenta sotto il profilo culturale. Nella nostra società, infatti, la tristezza è considerata un’emozione negativa, espressione di debolezza e fragilità, di incapacità. Si tratta di un pregiudizio culturale che spesso ci porta a evitare o addirittura sopprimere questa emozione.
Come per tutte le emozioni, anche la tristezza va ascoltata, accolta, accettata; è solo così che diventiamo più forti, diventando consapevoli del nostro bagaglio emotivo. La tristezza ci permette infatti di comprendere i nostri bisogni, i nostri limiti, e di apprezzare di più ciò che ci fa star bene e ci crea gioia.
La prima cosa che ti invitiamo a fare è evitare l’autodiagnosi. Al di là della (non remota) possibilità che non sia corretta, corri anche il rischio di autoconvincerti e quindi di peggiorare la tua situazione.
Puoi rivolgerti a uno dei nostri professionisti e fare una Seduta Singola per verificare la diagnosi e valutare la possibilità di farti aiutare.
La tristezza e la depressione hanno in comune molti sintomi: stanchezza, insonnia, perdita di piacere, senso di vuoto, agitazione, ridotta capacità di concentrazione, autosvalutazione, sensi di colpa.
Questi sintomi spesso portano la persona a comportarsi con modalità che invece di risolvere il problema lo mantengono.
Dobbiamo partire proprio da questi comportamenti per aprire la strada verso il superamento di tale condizione.
Tutto sembra difficile, insormontabile. Al punto da pensare “se non ci riesco, ci rinuncio”.
Ci si pone nei confronti della vita in modo passivo, abbandonandosi agli eventi, convincendosi di non poter fare niente per cambiare le cose.
Come puoi rompere questo meccanismo?
Innanzitutto comincia a renderti conto che stai basando la tua vita sulla rinuncia, sulla non azione. E se non sei tu il protagonista della tua vita, chi potrà mai esserlo?
In secondo luogo, comincia a riprendere in mano il tuo senso di autoefficacia rendendoti conto di tutte le più piccole azioni che, senza che tu te ne renda conto, sono sotto il tuo controllo!
Tieni un diario giornaliero dove ogni sera annoti 3 azioni che hai volontariamente deciso di fare durante la giornata: più piccole sono, meglio è!
Questo esercizio va bene anche per combattere la seconda trappola tipica, che vediamo di seguito.
Delegare è di fatto una rinuncia. Contare sull’aiuto degli altri da una parte sembra ti tenga in piedi e ti permetta di non sprofondare del tutto nel male che stai provando.
Dall’altra sta, ancora di più, rendendoti spettatore della tua vita!
Per uscire da questo stato non servono grandi imprese, basta iniziare dal riprendere in mano le più piccole cose della quotidianità!
Questo è il terzo meccanismo che dovremo andare a rompere.
Sfogarsi ci fa sentire più leggeri. Per molti è la valvola di sfogo quotidiana.
Ma c’è il lato oscuro della medaglia. Continuando a lamentarti, la tua attenzione sarà focalizzata sempre e solo su ciò che non sta funzionando! E continuando su questa strada il problema non farà altro che autoalimentarsi e ingigantirsi.
Cosa puoi fare per rompere questo meccanismo?
Sul diario dove annoti le azioni quotidiane di cui ti sei reso protagonista, prendi l’abitudine di annotare 3 piccole cose di cui sei grato.
Ogni sera chiediti “Della giornata di oggi, cos’è che posso ricordare positivamente?”. Anche per questo esercizio, ciò che dovrai annotare saranno aspetti della tua quotidianità piccoli e concreti.
Prova per qualche settimana, e facci sapere come ti senti!
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