Weekend noiosi e tristi? Parlane col tuo giudice interiore.


I weekend (e in generale il tempo libero) sono per te noiosi e tristi? Arriva il venerdì, la maggior parte della gente pubblica selfie sui social con l’hashtag #yesweekend, oppure #thanksgoditsfriday e invece a te sale l’ansietta? La responsabilità è del tuo giudice interiore! Scopriamo insieme cosa significa.

Durante la settimana sei super performante, sul pezzo, con tanta energia e voglia di fare, lavori sempre al top, mentre l’arrivo del weekend e in generale l’idea del tempo libero li vivi come una tortura? Momenti in cui noia e tristezza prendono il sopravvento?

La fatica nel trovare stimoli interessanti e modi piacevoli per trascorrere il proprio tempo libero è principalmente legata al tuo giudice interiore, quella vocina dentro di te sempre pronta a puntarti il dito contro, sempre pronta a dirti che non sei abbastanza, che sbagli sempre e ossessivamente orientata al dovere. Dovere, dovere, dovere.

Si tratta di un aspetto del tutto umano: nel corso della nostra vita, in base alle esperienze che viviamo, prende forma dentro di noi questa vocina interna che nasce col principale obiettivo di farci muovere più o meno in sicurezza.

E’ come una sorta di bodyguard (mindguard sarebbe più corretto!) che fin dalla nostra tenera età vuole proteggerci, difenderci: nasce quindi con le migliori intenzioni! Solo che i parametri su cui basa le sue osservazioni e su cui stabilisce cosa è giusto o non giusto fare sono assolutamente relativi, non necessariamente reali ma spesso frutto di convinzioni errate.

Il problema è che dai per scontato che quella vocina dica una verità assoluta.

Questo accade per esempio quando ti ammonisce per la tua rabbia, ricordandoti che arrabbiarsi è sbagliato; o quando ti dice che non sei pronto/a, che dovresti prepararti di più, spingendoti magari a procrastinare o addirittura abbandonare l’obiettivo che ti sei prefissato/a; o quando ti dice che non dovresti sprecare il tuo tempo a leggere o fare una passeggiata, perché dovresti impiegare quel tempo per prepararti al meglio alla nuova settimana lavorativa, dato che la precedente non è stata brillante. O ancora, ti fa sentire sbagliato/a perché alla tua età non hai ancora raggiunto quegli obiettivi che tutti si aspettano da te. E via discorrendo.

Per quanto dotata delle migliori intenzioni, quella vocina ti fa vivere in un mondo fittizio facendoti credere che sia reale. Non solo!! Identificarti con quelle parole ti fa credere che sia sempre colpa tua.

Cosa fare quindi col giudice interiore?

Sicuramente non guardarlo come un nemico da combattere: ascoltarlo del tutto ti incastra, ignorarlo del tutto può disorientarti. Va reso nostro alleato, quindi ascoltalo, comprendi ciò che ha da dirti e capisci come disinnescare il meccanismo imparando a filtrare il suo messaggio.

Per raggiungere questo obiettivo, i tuoi sensi di colpa possono esserti di grande aiuto. Ogni volta che provi un senso di colpa è perché il tuo giudice interiore ti sta rimproverando, quindi:

  • ascolta quella voce, senti cosa ti sta dicendo, poi rispondi a queste domande:
    • quali sono le basi che determinano giusta o sbagliata la cosa che ho detto/fatto/provato? 
    • chi avrebbe da ridire rispetto alla cosa che ho detto/fatto/provato?

Analizza quella vocina, mettila in discussione, vai alla ricerca di risposte alternative.

La messa in discussione del tuo giudice interiore può servirti per tanti livelli della tua vita. Rispetto alla noia che provi durante il weekend, la logica di base (sono sicura che tu l’abbia già capita ma te la scrivo lo stesso) è: il mio giudice interiore non mi permette di avere nella mia quotidianità una “dimensione di piacere”. Per lui esiste solo il dovere. Inizia ad allenarti introducendo piccoli ma gestibili cambiamenti:

  • poniti un obiettivo: vuoi uscire di più? vuoi aumentare la tua cerchia di contatti? vuoi imparare a investire il tuo tempo da solo/a in modo appagante? vuoi trovare il coraggio di iscriverti al corso di teatro che desideri tanto ma per cui “non hai mai tempo”?
  •  una volta stabilito l’obiettivo, fai un piccolo primo passo. Per esempio: se vuoi uscire di più, non aspettare l’invito delle amiche lamentandoti, proponi tu qualcosa! Vuoi iscriverti a teatro? Vai a fare una lezione di prova!
  • E se non hai interessi che ti interessa coltivare, poco male. Non dobbiamo sempre avere qualcosa da fare. La noia, come tutto ciò che proviamo, ha una sua utilità, una sua funzione: se impari ad accettarla, può essere un enorme stimolo alla tua creatività, un motivatore per la ricerca di novità, un segnale che nella tua vita stai facendo qualcosa che in realtà non vuoi.

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Cecilia Pecchioli
Psicologa Psicoterapeuta - Terapia Sistemico Relazionale. Coach Relazionale

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